Dialoghi sul male. Tre storie by Luigi Zoja

Dialoghi sul male. Tre storie by Luigi Zoja

autore:Luigi Zoja [Zoja, Luigi]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788833937847
Google: KscAzwEACAAJ
editore: Bollati Boringhieri
pubblicato: 2022-09-15T11:42:23+00:00


5. Non resta niente

Per tornare allo studio non ho preso il tram. Volevo regalarmi tempo e pensare. A tratti la strada verso il Dolder è ripida: salivo a piccoli passi, cambiando lato alla ricerca di alberi che mi riparassero dal sole.

Arrivato alla scrivania, ero trafitto dal bisogno di parlare con qualcuno. Mi sono accorto che stavo, invece, prendendo il telefono per cancellare un appuntamento. Ho pensato: “Forse ho esagerato il ‘caso Sophie’ per poter tornare da M.? Mi è bastato incontrarlo per avvertire che una serenità di giudizio esiste ancora nel mondo, sensata o lacerata non importa. Era quello che cercavo: potersi fidare della propria mente. Le scelte sono inevitabili, l’ansia no”.

Al telefono, ho aggiornato M. Lui mi ha ascoltato in silenzio. Sapevo che, se aveva un timore, era quello di consolare qualcuno invece di dirgli che niente è semplificabile e di lasciargli nuovi interrogativi. Abbiamo concluso che non era più necessario vederci. Nessun gruppo armato avrebbe più contattato Sophie, sulla cui cartella clinica era scritto: Fragile.

Ho posato la cornetta pensando che, di fronte alla vastità dello sfondo storico, il sentirmi solo era un piccolissimo prezzo da pagare.

Il male esisteva anche qui, nella città dove ero andato a vivere alla ricerca di equilibrio. Molto tempo dopo, rappacificato con me stesso, mi sono chiesto se la mia fuga dall’Italia a Zurigo non fosse stata anche un bisogno di silenzio, un ripudiare i rumori di conflitto che nella penisola rimbombavano interminabili. Nella mia fantasia ancora gracile, i racconti della guerra fascista si saldavano alle lotte di piazza del ’68, in un unico fragore senza interruzioni. Di solito, il mio affetto stava con i lottatori: eppure, non con la lotta, non con le esplosioni, sprigionate dalla mente umana o dalle armi. Formalmente, ero emigrato in Svizzera andando verso la psicoanalisi. Dietro quel pretesto, ero fuggito dal frastuono, che impiglia ogni crescita. Ma le esplosioni avevano viaggiato con me, potevano esistere anche qui. E anche qui frantumavano le esistenze, degli individui e della storia.

A quel punto, mi è venuto in mente che avevo spesso discusso della Riviera con i pazienti, ma senza mai conoscerla. Ho buttato qualcosa in borsa; mi sono lasciato scivolare verso il lago sulla bicicletta, accarezzato dall’aria calda. Steso un asciugamano nel poco terreno libero, ho impugnato un libro. In quel periodo, la Riviera pareva il luogo più alternativo d’Europa. Stava anche diventando il più tossicomane. La chimica vinceva sulla politica: e, al suo sbocco, sbirciava l’inferno. Non riuscivo a leggere né a pensare. Ero tentato di prendermela con il concentrato di trasgressione che avevo intorno. Ma non ero irrequieto solo per quello: avevo io qualcosa da compiere. Sono entrato in acqua con il fagotto, cominciando a nuotare verso il largo. Sempre più lontano. Potevo trasgredire un’unica volta, di nascosto, senza conseguenze, senza essere visto? Non era tornare bambino? Non avevo mai fatto niente di vietato, in Svizzera. Più di una multa, temevo il sottinteso «da un italiano, ce lo si aspetta». Del resto, la polizia non soltanto puniva le trasgressioni: non se le meritava.



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